I miei nonni sono emigrati dal Giappone al Canada senza parlare una parola di inglese e hanno iniziato a lavorare nei campi come braccianti, con una retribuzione legata ai chili di frutta e verdura che riuscivano a raccogliere. Era una lavoro massacrante, ma mia nonna è sempre stata una visionaria. Risparmiava ogni singolo penny per fare in modo che suo figlio, mio padre, potesse andare all’università. Ed è proprio quello che è successo! Mio padre è diventato un ingegnere meccanico e ha trasmesso il suo amore per l’istruzione, l’ingegneria e la tecnologia a tutti i suoi figli. Da qui proviene la mia solida convinzione che questi tre fattori possono contribuire a risolvere le problematiche sociali e migliorare il tenore delle nostre vite.

Oggi la società si trova di fronte a una doppia sfida legata all’obiettivo di azzerare le  emissioni entro la seconda metà di questo secolo: da una parte deve essere in grado di generare energia affidabile e accessibile a una popolazione in costante crescita e dall’altra ha la necessità di ridurre l’impatto ambientale, che sta generando tra le altre cose il noto cambiamento climatico. Questa importante sfida potrà essere vinta attraverso l’innovazione tecnologica e l’uso più attento di tecnologie già esistenti come la cattura e l’accumulo dell’anidride carbonica (CCS), una soluzione in grado di azzerare le emissioni di carbonio e consentirci di raggiungere gli obiettivi climatici delineati nell’Accordo di Parigi.

Che cos’è la CCS?

La tecnologia di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica, o CCS, è in grado di catturare più del 90% delle emissioni di CO2 generate da uno stabilimento industriale. Non è straordinario! Secondo le parole del Dr. Fatih Birol, Executive Director dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), “senza l’uso della CCS, sarà praticamente impossibile rispettare gli obiettivi climatici che ci siamo prefissi.”

Permettetemi di spiegare brevemente come funziona la tecnologia di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica. La CCS è in grado di catturare la CO₂ emessa dagli stabilimenti industriali o dalle centrali elettriche prima che raggiunga l’atmosfera. Una volta catturata, la CO₂ viene stoccata nel sottosuolo in formazioni geologiche naturali. Questa tecnologia può anche essere utilizzata per produrre idrogeno a basse emissioni di carbonio su larga scala, fornendo un significativo impulso alla riduzione delle emissioni per le applicazioni difficili da decarbonizzare, ad esempio il riscaldamento industriale e il trasporto di carichi pesanti.

ExxonMobil è pioniere dell’innovazione CCS

Dal 2000, ExxonMobil ha investito più di 10 miliardi di dollari per la ricerca, lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni energetiche a basse emissioni, tra cui la CCS. Collaboriamo con oltre 80 università di tutto il mondo, numerosi partner industriali e laboratori di ricerca governativi.

ExxonMobil è leader nell’impiego della tecnologia CCS, con una partecipazione in circa un quinto della capacità mondiale di cattura dell’anidride carbonica (circa 9 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno), equivalente alle emissioni annue di circa 2 milioni di autovetture.

Abbiamo recentemente annunciato di essere una delle  11 aziende interessate  alla distribuzione su larga scale della CCS nella vasta area industriale vicino a  Houston, in Texas. Si tratta di un’impresa estremamente impegnativa, che richiederà la massima collaborazione tra i vari segmenti della società: aziende, governo, università e comunità.

Cosa serve per sviluppare ulteriormente la CCS?

Credo che tutti noi dovremmo sempre cercare di mantenere una mente aperta ed essere visionari in qualsiasi cosa facciamo, guardando sempre al futuro. Si è molto discusso della CCS negli ultimi due decenni e ho avuto la fortuna di assistere al progresso di tale tecnologia.

ExxonMobil crede fermamente nell’enorme potenziale della CCS come chiave per un futuro a basse emissioni, ma nessuna azienda o industria può affrontare questa sfida da sola. Osservando la Terra dalla superficie lunare vi accorgerete che non esistono confini sul nostro pianeta. Il cambiamento climatico è un problema globale e va affrontato con sforzi congiunti.

La collaborazione è l’unico modo per trovare, sviluppare e distribuire soluzioni per il futuro. Le industrie svolgono un ruolo centrale in tutto questo, ma altrettanto importanti sono le scelte politiche. Fornendo il giusto quadro normativo, con incentivi stabili e duraturi per l’implementazione delle innovazioni tecnologiche su vasta scala, i governi possono consentire alle industrie di ridurre le emissioni a livello globale continuando a fornire al mondo l’energia di cui ha bisogno per progredire.

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